Si trattava di una società alla quale appartenevano i più ricchi ed eminenti abitanti della città e del suo territorio.
Da un antico scritto -
a cura di Astegiano, Codex Diplomaticus Cremonae cit., doc. 111, pp. 215-217 - si legge che
"A Cremona, con la grande precocità che la contraddistingue, prima del 1210 si contrappongono già due forze politiche cittadine organizzate in società, come avverrà più tardi nelle altre città: i militi e il popolo.
Le lotte intestine provocano l`intervento del vescovo, che nel fare opera di pacificazione pronuncia un arbitrato; al di là delle disposizioni specifiche, pur interessanti per comprendere la dinamica politica cittadina, ciò che si vuole sottolineare è il riferimento alle famiglie popolari computate ormai fra i grandi consorzi nobiliari: ciò sta a significare che l`incremento raggiunto da famiglie originariamente non aristocratiche le aveva portate a imitare quel ceto maggiorente anche nella composizione familiare, al punto di farle considerare dall`opinione comune come famiglie ormai quasi del tutto «nobili».
In seguito venne costruito uno degli edifici più ineteressanti della Piazza del Comune, la
Loggia dei Militi, luogo rappresentativo dove la società si riuniva per decidere le azioni da intraprendere.
Oggi la Loggia dei Militi rimane una delle emergenze storico architettoniche di notevole prestigio che si affaccia sulla piazza, cuore pulsante del centro storico cittadino.