Palazzo Affaitati
Sede del Museo Civico Ala Ponzone
Palazzo Affaitati sorge nei pressi del centro storico della città, a pochi metri da Piazza Roma.
Sede del Museo Civico “Ala Ponzone”, della Biblioteca Statale e del Museo Stradivariano, nonché della Segreteria dell'Assessorato alla Cultura, Spettacolo e Commercio del Comune di Cremona, è tra le mete più frequentate nella visita alla città.
Voluto per ragioni di prestigio da Gian Carlo Affaitati la costruzione ebbe inizio nel 1561. Gian Carlo Affaitati era di una ricca famiglia di banchieri e mercanti che sostenne con propri denari la guerra di Carlo V contro gli Olandesi, per ottenere in cambio un marchesato nelle Fiandre e la contea di Soresina.
Palazzo Affaitati è opera dell’architetto Francesco Dattaro, detto il “Pizzafuoco”, noto anche per aver partecipato alla costruzione del duomo insieme ad Antonio Campi. La struttura è fastosa e imponente, improntata al manierismo dell’epoca, con una facciata, rimasta tra l'altro sostanzialmente immutata, caratterizzata da un bugnato liscio e scandita da finestre sormontate da timpani triangolari e curvilinei. La divisione orizzontale, costituita da una fascia marcapiano ornata da un fregio a greca, funge da parapetto per il piano nobile, mentre l’ampio e maestoso portale settecentesco presenta colonne doriche aggettanti, che sostengono il balcone sovrastante. Il piano superiore ripropone la stessa suddivisione degli spazi, e si conclude con una cornice di gronda sorretta da mensole antropomorfe.
Gli interni sono stati più volte ripresi nel tempo; nel 1746, su disegno di Antonio Arrighi, ebbero inizio i lavori che portarono al monumentale scalone che conduce al piano nobile e sempre al XVIII secolo risalgono le decorazioni delle sale nobili. Prestigiosi gli interventi ad opera di Giacomo Guerrini, riguardanti gli ambienti prospicienti Via Ugolani Dati, con scene di Amore e Psiche e altre rappresentazioni mitologiche, mentre nel grande salone che si apre a destra della scalinata fanno bella scena i dipinti in chiaroscuro opera di Giovanni Manfredini.
Nel corso dell’Ottocento il Palazzo divenne ospedale, gestito dai Padri Ospedalieri Fatebenefratelli, soppresso poi nel 1925, per diventare poi importante meta per gli amanti dell'arte, della cultura, della storia e delle tradizioni locali.