Chiesa di Sant'Abbondio
coperta di affreschi cinquecenteschi
La chiesa di S. Abbondio è di fondazione romanica: annesso all'edificio era il convento dei Benedettini, ai quali subentrarono, nel corso del XIII secolo, gli Umiliati. A questi ultimi spettano, nella seconda metà del XV secolo, l'ampliamento e la ricostruzione sia della chiesa che del monastero.
Soppressi gli Umiliati, nel 1579, subentrò l'ordine dei Teatini che decise un secondo rifacimento dell'edificio religioso, consacrato nel 1591. La chiesa si presenta attualmente a navata unica con altari laterali, non eccezionale come dimensioni ma interamente coperta di affreschi cinquecenteschi.
La decorazione della volta della navata, dedicata all'esaltazione della virtù della Vergine, fu iniziata nel 1566 dal pittore bolognese Orazio Samacchini: presenta una straordinaria ricchezza di elementi decorativi, quali cariatidi, tendaggi, festoni di frutta, alternati a riquadri con raffigurazioni simboliche.
La parte più suggestiva è comunque costituita dal catino absidale dove, nel 1594, il cremonese Giovanni Battista Trotti detto il Malosso realizzò una spettacolare Assunzione della Vergine la cui ideazione spetta però a Giulio Campi che, morendo nel 1573, non aveva potuto realizzarla: notiamo questo stesso illusionismo spaziale nella scena della Pentecoste dipinta dallo stesso pittore nel 1559 sulla volta della chiesa di S. Sigismondo.
Al di sotto dell'affresco dell'abside, ultimo progetto grafico di Giulio Campi, si trova una delle prime opere dallo stesso realizzate, Madonna col Bambino e i SS. Nazario e Celso, del 1527, di gusto ancora classicheggiante. L'altare maggiore, di elegante disegno rococò, fu realizzato da Giovanni Battista Zaist nella prima metà del XVIII secolo, utilizzando marmi e pietre dure in un armonioso lavoro d'intarsio.
Allo stesso autore spettano anche gli altari laterali, affiancate da statue in stucco e polvere di marmo raffiguranti i Profeti.
Adiacente alla chiesa vi è il Santuario Lauretano che venne eretto per volontà del Conte Giovanni Pietro Ala nel 1624. Rappresenta la copia perfetta della Santa Casa di Loreto. Al suo interno vi è una statua della Madonna Nera che è oggetto di venerazione: venne solennemente trasportata dalla Cattedrale nel 1625, dopo che la Vergine Lauretana era stata proclamata protettrice di Cremona.
Nel vestibolo antistante il santuario vi è uno scenografico altare settecentesco, progettato dallo Zaist, di notevole effetto scenografico e architettonico, al di sopra del quale è un gruppo statuario ligneo, rappresentante la Sacra Famiglia, opera di Giacomo Bertesi, il più apprezzato scultore barocco dell'area cremonese.
Visibile sulla parete laterale una Madonna in gloria, opera di Galeazzo Campi, capostipite della nota famiglia di pittori cremonesi, databile al secondo decennio del Cinquecento.
Dal sagrato della chiesa si accede, sul lato sinistro, al chiostro dell'antico monastero, uno dei più belli ed importanti di Cremona: datato 1511, si sviluppa su tre lati con un elegante loggiato alternante colonne in pietra ed arcate e pilastri in cotto.