Chiesa di San Michele
rifatta alla fine del XII secolo
La fondazione originaria della chiesa dedicata al grande santo guerriero si deve, secondo la tradizione, alla Regina Teodolinda che, alla morte del marito Agilulfo avvenuta nel 615, pose mano alla costruzione di questa e di molte altre chiese cittadine. L'edificio, di stile longobardo, fu rifatto alla fine del XII secolo, contemporaneamente alla vicina chiesa di S. Lorenzo e i capitelli delle colonne longobarde furono riutilizzati all'interno della cripta della chiesa.
L'interno si presenta ancor oggi austero e solenne, conservando ancora l'impianto della chiesa romanica per quanto arricchito e appesantito da altari, dipinti e decorazioni aggiunti in epoche successive. Della decorazione romanica si conserva, nel catino absidale, la terrificante e maestosa visione del Cristo Giudice, un affresco databile tra la fine del XII e l'inizio del XIII secolo.
Notevoli anche i caratteristici capitelli marmorei della navata, tutti disuguali fra loro, risalenti al XII secolo, mentre i capitelli longobardi del VII secolo, conservati nella cripta, alla quale si accede attraverso due scale laterali, sono espressione della cultura longobarda, fortemente stilizzata.
Da segnalare, nel secondo altare destro, la Natività dipinta da Bernardino Campi nel 1568 e, nel terzo altare destro, la Crocifissione con Santi e il donatore conte Persico realizzata da Giulio Campi nel 1571.
Originariamente la navata laterale destra si concludeva con un abside terminale che venne distrutto nel 1844 per costruire un massiccio campanile. Si affaccia sulla piazza anche Palazzo Vergani, un tempo luogo di produzione del torrone, dolce caratteristico della città e l'antica casa dei massari risalente al XV secolo.