Monastero di San Giuseppe in San Sigismondo
adiacente il chiostro dell'antico convento
La chiesa, affidata ai monaci Gerolomini verso la metà del XV secolo e ricostruita a partire dal 20 giugno 1463 con la posa della prima pietra, tuttora visibile dietro l'altare maggiore, venne progettata per volontà di Bianca Maria Visconti a ricordo del matrimonio con Francesco Sforza avvenuto nel 1441 nella primitiva chiesetta già dedicata dai frati Vallombrosani a S. Sigismondo. I lavori di edificazione della chiesa furono terminati nel 1492.
La chiesa, a navata unica con cappelle laterali, venne affrescata a partire dal 1535 e rappresenta uno dei più significativi complessi decorativi del Manierismo Cinquecentesco dell'Italia settentrionale, stilisticamente armonico e unitario nonostante l'intervento di diversi pittori.
La decorazione della navata venne iniziata da Camillo Boccaccino nel catino absidale con il Cristo in gloria e lo stesso autore realizzò anche l'intera decorazione del presbiterio con gli affreschi parietali di Cristo e l'adultera e la Resurrezione di Lazzaro. Scendendo dal presbiterio si passa al transetto, area occupata dal cimitero dei monaci Gerolomini e dal raffinato complesso ligneo del coro.
La decorazione interna della chiesa continuò nei decenni successivi: Giulio Campi nel 1542 affrescò le volte del transetto con le storie bibliche, ma soprattutto realizzò il suo capolavoro, nell'ultima campata della navata centrale, con la scena della Pentecoste, con un lavoro prospettico d'illusione spaziale dal basso all'alto.
Il ciclo di affreschi della navata centrale venne realizzato da un complesso di autori diversi tra i quali, oltre a Giulio Campi, Bernardino Campi e Bernardino Gatti. Anche le cappelle laterali sono un esempio della grandezza pittorica del Cinquecento artistico cremonese: Bernardino Campi realizzò la pala sopra l'altare della terza cappella sinistra, datata 1566, mentre. Antonio Campi realizzò interamente, sia per quanto riguarda la parte pittorica che quella scultorea, la quinta cappella, dedicata a S. Giovanni Battista.
Da segnalare l'affresco della parete sinistra, datato 1577, che rappresenta La cena in casa di Simone, fenomenale per il taglio compositivo diagonale, con un effetto di sfondamento godibile a pieno da uno degli stalli del coro al di là della cancellata del presbiterio. Sempre di Antonio Campi è la pala dell'altare maggiore raffigurante la Decollazione di S. Giovanni Battista databile alla stessa epoca dell'affresco precedente, ma stilisticamente assai diversa, poiché si ricerca la novità dell'illuminazione artificiale in una scena notturna, effetto visto e studiato dal Caravaggio.
La cappella successiva era stata iniziata da Camillo Boccaccino, precocemente scomparso nel 1546 nel corso dei lavori di decorazione, e successivamente affidati a Bernardino Gatti che realizzò la tela sopra l'altare maggiore con l'Annunciazione, mentre di Camillo rimangono i due tondi con la Nascita di Maria e la Presentazione di Maria al tempio, che furono strappati e riportati su tela durante i lavori di consolidamento dei muri nel 1963. Dalla parte opposta della navata si segnala la quinta cappella che conserva una pala d'altare dipinta da Giulio Campi nel 1568, e la raffinatissima volta realizzata nel 1546 da Bernardino Campi, autore anche della pala d'altare della cappella successiva.
Adiacente alla chiesa è il chiostro dell'antico convento, terminato nel 1505: la porta che lo collega alla chiesa fu realizzata nel 1536 dalla famiglia cremonese dei Sacca. Interamente in rovere è decorata con i simboli araldici della famiglia Visconti-Sforza. Sul lato opposto vi è la porta di accesso all'antico refettorio dei monaci, al cui interno è visibile un'Ultima cena dipinta nel 1508 dal cremonese Tommaso Aleni, che per la prima volta in Lombardia ripropone la nuova iconografia che Leonardo aveva realizzato per il Cenacolo di Santa Maria delle Grazie a Milano.