Mina, nome d'arte di Mina Anna Mazzini (Busto Arsizio, 25 marzo 1940), nasce a Busto Arsizio nel 1940 da Giacomo Mazzini, detto Mino, e Regina
Zoni, detta Gina, originari cremonesi, che fanno ritorno a Cremona Nel
1943, quando Mina ha 3 anni.
Mina è a detta di tutti la più grande cantante italiana, ora naturalizzata svizzera.
Dopo il matrimonio del 10 gennaio 2006 con Eugenio Quaini è diventata Mina Anna Quaini secondo la consuetudine svizzera.
Erroneamente molte fonti riportano Anna Maria Mazzini come nome di nascita di Mina, che in realtà è Mina Anna Mazzini.
Annoverata tra le più grandi cantanti di tutti i tempi, è nota per le qualità della sua voce che si possono definire di soprano drammatico d'agilità, pur non avendo l'impostazione accademica del soprano classico.
Il suo strumento, dal timbro caldo e personalissimo, subito riconoscibile, è dotato di grande ampiezza, estensione e agilità ed è sostenuto da una tecnica saldissima; Mina si distingue anche per le doti interpretative e la ecletticità, che l'hanno portata ad affrontare con successo generi musicali spesso lontani tra loro. Sono svariate le canzoni in cui dimostra le sue innate capacità sotto l'aspetto della tecnica vocale, del senso ritmico e del virtuosismo.
Una per tutte: Brava.
Durante la sua carriera, Mina ha interpretato oltre 1.400 brani e venduto più di 150 milioni di dischi.
La sua carriera, lunga più di mezzo secolo, è iniziata alla fine degli anni cinquanta. Sulla scena internazionale ha raccolto il plauso di artisti quali
Frank Sinatra,
Louis Armstrong,
Michael Jackson,
Jennifer Lopez,
Liza Minnelli,
Céline Dion,
Barbra Streisand,
Aretha Franklin,
Luciano Pavarotti,
Maria Callas,
Monica Naranjo e
Giorgio de Chirico.
« Mina non ha avuto bisogno di andare in giro per il mondo per farsi conoscere ed apprezzare dalla gente: è la gente ad andare spontaneamente da lei, riuscendo a cogliere la sua anima anche senza vederla… »
(Celine Dion)
È l'artista più presente in assoluto nelle classifiche di vendita italiane.
Decise di lasciare le scene alla fine del 1978, ritirandosi a vita privata e scegliendo di non far apparire più in pubblico la sua immagine. Il suo percorso professionale prosegue, da quel momento, quasi totalmente attraverso il manifestarsi della sua voce.
L'artista continua infatti ad incidere dischi con cadenza annuale, a condurre programmi radiofonici, a collaborare con alcune riviste e quotidiani in qualità di opinionista ed a prestare la sua voce in alcuni spot pubblicitari.
Solo nel 2001 si è fatta eccezionalmente riprendere nel suo studio di registrazione di Lugano (GSU), permettendo al pubblico di assistere alla nascita di un suo disco.
Il filmato, diffuso in streaming, ha registrato un record di contatti, con oltre 20 milioni di connessioni.
Nello stesso anno è stata insignita dell'onorificenza di
Grande Ufficiale al Merito della Repubblica dal presidente
Carlo Azeglio Ciampi.
Trasferitasi a Lugano nel 1966, ha ottenuto anche la cittadinanza svizzera nel 1989.
Nel corso della sua carriera ha inciso più di 1.400 brani e venduto oltre 150 milioni di dischi.
Dal 1958 ad oggi, il 2004 e il 2008 sono stati gli unici anni in cui Mina non ha pubblicato nessun nuovo brano.
Il suo album finora più venduto è stato Mina Celentano con 1.600.000 copie, cantato appunto in duo col Molleggiato.
A seguire, la raccolta Del mio meglio (1970), che ha superato il milione di copie.
Gli album di inediti più venduti sono stati Frutta e verdura (1973) e Attila (1979), il primo doppio album pubblicato dopo il suo ritiro dalle scene, che vede il debutto del figlio
Massimiliano, allora sedicenne.
Diversi musicisti come
Lucio Battisti,
Pino Presti,
Augusto Martelli,
Gianni Ferrio,
Bruno Canfora,
Ennio Morricone,
Tony De Vita, Gian Piero Reverberi,
Vittorio Buffoli,
Osvaldo Miccichè,
Victor Bach,
Riccardo Cocciante,
Zucchero Fornaciari,
Giorgia, Piero Pelù,
Fausto Leali, Massimiliano Pani ed autori quali
Fabrizio De André,
Franco Califano,
Gino Paoli,
Alberto Testa,
Mogol,
Leo Chiosso,
Maurizio Costanzo,
Ghigo De Chiara,
Paolo Limiti,
Nino Romano,
Adriano Celentano,
Andrea Lo Vecchio,
Cristiano Malgioglio,
Renato Zero,
Giorgio Gaber,
Piero Cassano hanno dato un contributo significativo alla carriera artistica di Mina scrivendo per lei o duettandoci insieme.
Nonostante i vari musicarelli interpretati a inizio carriera, Mina non ha mai voluto abbracciare seriamente la carriera cinematografica sebbene non le siano mancate proposte di indubbio valore: le più celebri sono certamente quelle di
Federico Fellini per i film
Satyricon e
Il viaggio di
G. Mastorna, che non fu mai realizzato proprio per il rifiuto della stessa cantante.
Infanzia e adolescenza Mina prima di Mina
Mina è uno dei simboli della città di Cremona da quando, all’inizio della sua carriera, la conterranea giornalista e amica
Natalia Aspesi coniò per lei il soprannome
Tigre di Cremona.
Poco tempo dopo il trasferimento nasce
Alfredo, fratello minore di Mina, che morirà in un incidente stradale nel 1965 a soli ventidue anni.
Anch'egli aveva intrapreso la carriera di cantante, soprannominato dalla stessa Mina "Geronimo", per via del naso aquilino che lo rendeva somigliante all'omonimo capo indiano.
All'età di tredici anni il padre la iscrive alla Canottieri Baldesio, società sportiva frequentata dalla buona borghesia cremonese. Diventa una discreta nuotatrice, partecipa a diverse gare e in una competizione regionale si classifica seconda.
Proprio sul bordo della piscina intorno ai sedici anni, conosce il suo primo ragazzo, Daniele Parolini, prestante terzino della Cremonese, che è poi diventato cronista sportivo al Corriere della Sera.
A infonderle l'amore per la musica è sua
nonna Amelia, cantante lirica, che preme perché prenda lezioni di pianoforte, ma lo studio teorico non è fatto per lei. Dopo aver concluso le scuole medie presso il collegio di suore della Beata Vergine inizia a frequentare l'Istituto tecnico commerciale statale Beltrami, ma tale indirizzo non risponderà mai alla sua propensione: studia svogliatamente e alla fine del quarto anno lascia la scuola volgendosi alle proprie passioni.
Ha altri interessi, ama leggere, soprattutto libri di fantascienza, ma cantare è ciò a cui si dedicherà con più slancio e passione.
Si esibiva già a scuola, su richiesta dei compagni, nei momenti di ricreazione.
La carrieraGli esordi alla Bussola e con gli
Happy Boys
Nell'estate del 1958, come ogni anno, la famiglia Mazzini si trova per le vacanze estive a Forte dei Marmi, e come ogni sera, Mina con il suo gruppo di amici resta alla Bussola di Marina di Pietrasanta (in Versilia),
fino a che l'orchestra ha finito di suonare; ma una sera, a differenza
delle altre, gli amici sfidano scherzosamente una Mina giovanissima,
ancora inesperta ma piena di entusiasmo e spontaneità, a salire sul
palco: lei accetta e facendosi dare il microfono da Don Marino Barreto, cantante di quella serata, si esibisce senza alcun imbarazzo.
Il proprietario del locale, Sergio Bernardini, nelle sere successive dovrà frenarla dal salire continuamente sul palco per cantare. Mina nel 1958
è descritta come una deliziosa ragazza, molto solitaria, tranquilla e
allo stesso tempo irrequieta, estremamente sensibile, "un po' matta",
piena di entusiasmo e simpatia, che celano in realtà una profonda
timidezza e paura, mai completamente vinte, con una voce fuori dal comune nutrita dall'ascolto di "mostri sacri" americani quali Frank Sinatra, Sarah Vaughan, Ella Fitzgerald, Elvis Presley, e una gestualità stravagante che si accompagna perfettamente all'innegabile e travolgente senso del ritmo.
In quegli anni a Cremona
è presente un gruppo musicale che sta riscuotendo rilevante successo
sia in ambito nazionale che internazionale: gli Happy Boys. La band,
fondata nel 1949
da Nino Donzelli, di cui fanno parte anche il fratello Renzo alla
chitarra, il pianista Giorgio Levi, il cantante-bassista Giacomo "Micio"
Masseroli e il batterista Fausto Coelli, diventa ben presto famosa
nelle balere della zona cremonese, nonché a Mantova, Parma, Piacenza. Nel 1954 vengono invitati alla Bacchetta d'oro Peziol, nota trasmissione radiofonica condotta da Nunzio Filogamo. L'impresario ebreo-egiziano Davide Matalon nel 1956 li scrittura per alcune serate in Italia e propone loro anche un contratto di tre mesi in Turchia. In un afoso pomeriggio di fine agosto del 1958, il giorno dopo aver assistito ad una loro esibizione al circolo Filodrammatici di Cremona,
e dopo una sola settimana dalla sua prima improvvisata "esibizione"
alla Bussola, Mina si reca a casa di Nino e Renzo Donzelli proponendosi
come cantante. Una rapidissima dimostrazione delle proprie doti vocali e
i ragazzi la accolgono subito nel gruppo, che ha già in programma varie
serate nelle balere della zona per i giorni successivi.
La ragazza, desiderosa di parteciparvi, prova per tutta la settimana e fa la sua prima apparizione con gli Happy Boys il 14 settembre del 1958 a Croce Santo Spirito, una frazione di Castelvetro Piacentino: il nome con cui viene presentata è Mina Georgi. Il pubblico ne è entusiasta.
Il debutto vero e proprio avviene tuttavia qualche giorno più tardi, il 23 settembre 1958 a Rivarolo del Re,
comune del cremonese: gli Happy Boys devono esibirsi alla serata finale
della rassegna insieme a due cantanti famosissimi in quel periodo, Natalino Otto e Flo Sandon's, interpreti di molti successi e reduci da una partecipazione al Festival di Sanremo.
L'esibizione di Mina è entusiasmante a tal punto che il pubblico chiede
a gran voce il bis. Tra gli organizzatori, se pur soddisfatti, c'è un
certo imbarazzo, poiché il bis era previsto per Natalino Otto e Flo Sandon's, i quali se ne vanno un po' risentiti.
Alcuni anni dopo Flo Sandon's trovandosi ospite a e ricordando l'episodio con lei, allora presentatrice della
trasmissione, pubblicamente ammetterà: «Quella volta tu, Mina, mi hai
rovinato la serata».
La stessa Mina ha ricordato quella prima volta a Rivarolo sul quotidiano La Stampa nel 22 settembre 2008: « Cinquant’anni
spaccati fa, una lungagnona col vestito da cocktail sottratto di
nascosto alla madre, saliva sul palco traballante di una balera
lombarda. Si ricorda che l’abito era blu e bianco. Lucido. Si ricorda
che dopo aver cantato la prima canzone, il titolo? no, è troppo, si
arrabbiò perché la gente applaudiva. «Io canto per me. Cosa c’entrano
loro?».
Non aveva le idee chiare. O forse era troppo lucida. Si ricorda
che alla fine di quella primissima esperienza scappò via perché i
genitori non sapevano... non volevano. A diciott’anni era d’obbligo
ubbidire. Ma non l’aveva fatto. E doveva correre a rimettere l’abito a
posto il più in fretta possibile. Si ricorda che poco dopo, dietro le
sue insistenze, il padre aveva convinto la madre a lasciarla fare:
«Tanto, cosa vuoi, durerà qualche settimana questa follia. Lasciamola
fare».
La lungagnona, invece, è ancora qui che rompe le scatole con quel
piccolo meccanismo misterioso che sono le canzoni. Che lei ama e
rispetta. E... e... e la lungagnona non si ricorda altro. »
Sul settimanale Vanity Fair (n. 39/2011) del 5 ottobre 2011, ricordando Flo Sandon's scriverà: « Ho un
dolcissimo ricordo di Flo Sandon’s che ho visto la primissima volta che
sono salita su un palco. Lei e il marito, il grande Natalino Otto, erano
le star della serata. Io, sconosciutissima, cantavo con un gruppo
cremonese, per la prima volta, appunto. Eravamo in una classica balera
lombarda. Alla fine ricordo che mi dissero: “Lei farà strada”. La prima
cosa che mi stupì fu il fatto che mi dessero del lei e poi pensai:
"...Questi due ..son matti…". »Anche gli Happy boys sono entusiasti di Mina e Nino Donzelli invita il manager Matalon ad assistere all'esibizione successiva prevista a Casteldidone.
Agli "Happy boys" preferisce in seguito i "Solitari",
ed è proprio con loro che al
Festival rock che si tiene nel 1959 a
Milano presenta un brano lanciato qualche mese prima al Festival di
Sanremo da
Betty Curtis e
Wilma De Angelis,
Nessuno: la sua interpretazione
stravolge la canzone, rendendola più rock grazie ad un cantato swing
che si distanzia anni luce dalla melodia della pur brava Betty Curtis,
e da qui la carriera di Mina decolla; viene anche chiamata a presentare quel brano a
Lascia o raddoppia, il celebre programma a quiz condotto
da
Mike Bongiorno, ed il settimanale
Sorrisi e Canzoni le dedica la
copertina, con la scritta "Nel mondo della canzone è esplosa una Mina".
Elio Gigante, che ha già lavorato con
Totò ed
Anna Magnani, diventa
il suo manager, organizzandole spettacoli in tutte le sale da ballo
d'Italia.
Il successo discografico continua con
Tintarella di luna,
Folle banderuola, Serafino campanaro ed
Una zebra a pois (quest'ultima
scritta da
Lelio Luttazzi), e nel 1960 Mina approda al Festival di
Sanremo con due brani,
E' vero e
Non sei felice, che però ottengono
un successo inferiore alle aspettative.
E'
invece un grande successo nello stesso anno una canzone scritta da
un nuovo cantautore emergente genovese,
Gino Paoli,
Il cielo in una
stanza. Nel 1961 Mina ritenta la carta del Festival di Sanremo con
Io amo tu ami e
Le mille bolle blu; pur andando meglio dell'anno
precedente, non riesce a vincere e decide di non partecipare più al
Festival; spesso però la Tigre di Cremona (così comincia a soprannominarla
la stampa) reincide dei brani che a Sanremo
passano inosservati immeritatamente.
Mentre continuano i successi discografici (la bellissima
Come sinfonia,
scritta da
Pino Donaggio,
Due note,
Moliendo cafe, Renato,
Chihuahua, Eclisse twist, con il testo scritto dal regista
Michelangelo Antonioni,
che la inserisce nella colonna sonora del suo film
L'eclisse) scoppia
il
caso Mina: la cantante conosce l'attore
Corrado Pani e se ne
innamora, restando incinta.
Pani però è sposato, anche se in corso di separazione, con
Renata Monteduro (che tra l'altro querela i due per concubinaggio),
e la rigida morale bacchettona dell'epoca non può tollerare
una cosa del genere, per cui Mina viene inserita nella "lista
nera" degli ospiti indesiderati in Rai, non potendo più apparire
in trasmissioni televisive per promuovere i suoi dischi (ed
essendo sostituita da Rita Pavone per la conduzione di "Studio
uno"): inoltre sulla stampa italiana si grida allo scandalo,
come qualche anno prima si era fatto per il grande Fausto
Coppi e Giulia Occhini, la "Dama bianca".
Il 18 Aprile 1963 nasce
Massimiliano Pani, che la mamma soprannomina
Paciughino e che avrà un brillante futuro come
arrangiatore
e musicista.
Nel frattempo continuano uscire dischi di Mina, tra cui una
canzone scritta da
Dario Fo,
Stringimi forte i polsi,
Stessa
spiaggia stesso mare e
La ragazza dell'ombrellone accanto,
ma il boicottaggio radiotelevisivo ha come conseguenza un
calo nelle vendite, per cui la Italdisc non le rinnova il
contratto.
Mina passa allora alla
Ri-Fi il cui direttore,
Tonino Ansoldi, è l'unico
discografico che ha ancora fiducia in lei. Il rilancio avviene nel
1964 con due 45 giri,
Città vuota e
E' l'uomo per me, e nel 1965
con due delle più belle canzoni mai cantate da Mina:
Un'anno d'amore,
scritta da
Nino Ferrer (ed arrangiata dal maestro Augusto Martelli,
che sostituisce Pani nel cuore di Mina), e
E se domani, canzone
presentata al Festival di Sanremo del 1965 con scarso successo dal
suo autore
Fausto Cigliano.
Anche la Rai deve cedere, e la richiama
per condurre uno show costruito su misura per lei,
Studio Uno: in
questa occasione Mina lancia una canzone scritta dal maestro
Bruno
Canfora appositamente per mettere in evidenza il suo talento vocale,
Brava; anche nel 1966 conduce una nuova serie di
Studio Uno.
Il 1966 è anche l'anno di
Se telefonando, un testo del giovane giornalista
Maurizio Costanzo messo in musica dal maestro
Ennio Morricone, un'altra
grandissima canzone e di un altro brano di Donaggio dopo
Come sinfonia,
Una casa in cima al mondo. Mina si accosta poi alla musica brasiliana,
ed uno dei suoi successi del 1967 è la versione italiana di una canzone
scritta dal grande cantautore
Chico Buarque de Hollanda,
A banda
(che diventa
La banda); nello stesso anno incide la sua versione
di una bella canzone scritta da
Don Backy e lanciata da
Johnny Dorelli
al Festival di Sanremo,
L'immensità, e poi
Conversazione e
Se
c'e' una cosa che mi fa impazzire.
Scaduto il contratto con la Ri-Fi Mina fonda insieme con il padre una
sua casa discografica, la
PDU, nell'Agosto del 1967; tra le prime incisioni
per la nuova etichetta c'e'
La canzone di Marinella di Fabrizio De
Andrè, che attira l'attenzione sulla produzione del cantautore genovese.
Alla fine dello stesso anno esce l'album
Dedicato a mio padre, e nel
1968 lancia
Vorrei che fosse amore (sigla della "Canzonissima" di
quell'anno, che Mina presenta insieme a
Walter Chiari e
Paolo Panelli)
e
La voce del silenzio, uno dei suoi capolavori, versione di una canzone
presentata anche questa a Sanremo da
Dionne Warwick.
Il 1969 e' l'anno di
Non credere, scritta per lei da
Mogol e
Roberto
Soffici, mentre nel 1970 Mina si sposa con il giornalista del
Messaggero
Virgilio Crocco e continua a mietere successi con
Bugiardo e incosciente
(traduzione di
Paolo Limiti di un brano del cantautore spagnolo
Juan
Manuel Serrat),
Insieme e
Io e te da soli, entrambe scritte da
Mogol e
Lucio Battisti,
la coppia di autori in quegli anni di maggiore successo, che compone
per Mina ol'anno seguente
Amor mio e
La mente torna; tra l'altro
in questi 45 giri collabora con la Tigre di Cremona un giovane gruppo
destinato al successo anche oltreoceano, la
Premiata Forneria Marconi.
E' un momento felice anche nella vita privata: l'11 Novembre del 1971
nasce Benedetta, la secondogenita. Nel 1972 c'e' il ritorno in televisione,
con il programma Teatro 10, in coppia con Alberto Lupo con il quale
interpreta la sigla finale Parole parole: è un altro grande successo
che si accompagna a quello di una canzone scritta da Tony Renis, Grande
grande grande, certamente fra i suoi brani più noti.
Nel 1973 il
marito Virgilio Crocco muore in un incidente stradale negli Stati
Uniti, investito da un pirata della strada; continuano i successi
discografici con E poi, scritta dall'ex Rokes Shel Shapiro, e con
un LP interamente dedicato a Franco Califano, Amanti di valore
(che sarà il primo disco solo con canzoni di un autore).
Altro successo
televisivo è la trasmissione Milleluci, nel 1974, condotta insieme
a Raffaella Carrà, la cui sigla Non gioco più, con la partecipazione
di Thoots Thielmans all'armonica a bocca, domina l'hit-parade.
Il 1978 è l'anno della sua ultima esibizione dal vivo, alla Bussoladomani
di Viareggio, immortalata nel Live '78, in cui incide anche due
canzoni di uno sconosciuto cantautore genovese, Ivano Fossati: Stasera
io qui e Non può morire un'idea. In quello stesso anno abbiamo
anche l'ultima apparizione televisiva ufficiale, il video con la sigla
finale del programma Mille e una luce, Ancora ancora ancora.
Da
quest'anno in avanti Mina vive in isolamento in Svizzera, a Lugano
(otterrà anche la cittadinanza elvetica), facendo uscire ogni anno
periodicamente un disco doppio, uno con cover e l'altro con brani
inediti, collaborando con il figlio Massimiliano come arrangiatore
(Attila nel 1979, Kyrie nel 1980, Salomè nel 1981 e così via).
Da qui in poi la cantante si ritira dalle scene, ma rimane sempre
vicino al pubblico attraverso i suoi album, che escono ad una scadenza
quasi annuale. In ognuno di questi Mina si contraddistingue per la
sua grande classe e la sensibilità interpretativa.
Molte sono le collaborazioni
artistiche da lei effettuate nel corso di questi anni, tra gli altri
ritroviamo Adriano Celentano, Piero Pelù, Mick Hucknall...